Un confronto su Lama Misciano, tra storia, cultura e temi urbanistico-amministrativi. Se n’è parlato nel convegno organizzato dall’associazione ‘Giovani Menti Attive’ e dal comitato cittadino ‘Pro Ambiente’ sul tema “Lama Misciano: tra passato e futuro della città”. Durante l’incontro hanno relazionato Tommaso Trevisi, presidente dell’associazione ‘Giovani Menti Attive’, Gianluca Ranieri, membro della stessa associazione, il sindaco di Modugno Domenico Gatti e l’assessore regionale alla Qualità del Territorio Angela Barbanente. Tino Ferrulli, presidente del comitato cittadino ‘Pro Ambiente’, ha moderato l’incontro in sostituzione dell’avvocato Saverio Fragassi, impossibilitato a partecipare. Spazio finale al dibattito che ha visto protagonisti alcuni cittadini modugnesi. Qui di seguito riportiamo alcuni punti salienti di ogni intervento. Va ricordato, infine, che per la prima volta, sul tavolo dei relatori, sono apparse bottiglie e bicchieri in plastica riciclabile, in linea con la filosofia del riciclo e dell’acqua come bene comune, sposata dalle due associazioni.
TREVISI: Questo convegno non è altro che il risultato di un iter che inizia con i video-denuncia che noi di Gma abbiamo prodotto con il contributo del Comitato ‘Pro Ambiente’ (in modo particolar del dottor Stefano Vernia). Una volta che i video reportage hanno avuto una diffusione abbastanza considerevole, non ci siamo voluti fermare alla mera denuncia, alla semplice constatazione di siti archeologici deturpati non solo dal tempo, bensì e soprattutto dall’uomo. Pertanto abbiamo voluto organizzare in collaborazione con il comitato ‘Pro Ambiente’ e con l’aiuto esterno dell’assessore comunale all’Ambiente, Agostino Di Ciaula, questa conferenza che per noi non rappresenta assolutamente un punto finale, bensì un inizio verso una città più rispettosa dell’ambiente, della storia e della salute dell’uomo. Lama Misciano rappresenta un crogiolo di interessi: da un lato di tipo storico-culturale, dall’altro di natura prevalentemente economica, interessi già difesi dalla nostra Costituzione agli artt. 9 e 41.
Il discorso di RANIERI ha riguardato l’ambito storico-culturale della zona Misciano. Egli si è soffermato su tre punti chiave: cosa sono le lame, la loro funzionalità e le caratteristiche peculiari di Lama Misciano. Su quest’ultimo punto in particolare, il relatore ha ripercorso le tappe fondamentali di una storia che parte da circa 6.000 anni fa fino a trovare massima espressione nel periodo romano. Sono state proiettate immagini inedite, realizzate da Ranieri e dal dottor Vernia, di grotte, ipogei, resti ceramici, strutture architettoniche che interessano la zona e che hanno calamitato l’attenzione del pubblico. In virtù delle bellezze mostrate, Ranieri ha invitato l’assessore regionale al territorio Barbanente a rivalutare l’intera area lanciando la proposta di un parco archeologico, che possa compensare le pessime condizioni in cui versa attualmente la zona.
BARBANENTE: questi giovani aprono il cuore alla speranza perché sono molto solidamente formati. La prima riflessione che viene in mente dai due interventi è: come è stato possibile che, a fronte di quella Costituzione e di quella storia millenaria, nel breve arco di alcuni decenni abbiamo cancellato sia dal nostro patrimonio di conoscenza, sia dal nostro patrimonio materiale, fisico, questa storia? Questa domanda è alla base degli strumenti che abbiamo adottato, innanzitutto gli strumenti di conoscenza: ci siamo dotati di un Sistema Informativo Territoriale, nel quale potessero confluire tutte le informazioni sul nostro territorio che, come la nostra Lama Misciano evidenzia in modo esemplare, è un intreccio indissolubile di natura e cultura. L’utilizzo intelligente della conoscenza è fondamentale per emergere nel contesto globale ed è alla base della tutela e della valorizzazione del territorio. Le conoscenze messe a disposizione, accessibili gratuitamente in rete, agevolano i comuni che possono utilizzare questi supporti (es. Carta dei Beni Culturali) e i cittadini che devono essere “custodi” del territorio. Il lavoro che abbiamo fatto riguarda il Piano Urbanistico Generale, che sostituisce il Piano Regolatore Generale che, nell’immaginario collettivo, veniva considerato uno strumento per definire in che modo si può costruire. In realtà la pianificazione urbanistica serve perché è necessario avere delle regole per garantire che una città sia dotata di quei beni e servizi che il mercato non è in grado di fornire. Tale Piano opera nell’interesse pubblico, per il benessere dei cittadini e a vantaggio di chi opera in veste imprenditoriale nella città.
GATTI: la Giunta comunale ha già dato un atto di indirizzo sul Pug, in linea con il programma elettorale, per il riordino del paese e per dotarlo di regole certe, rispetto a quelle offerte dal Piano regolatore. La novità grossa sta nella partecipazione, non richiesta dal Piano regolatore, di cittadini, associazioni ed enti, nel nostro caso l’Asi. Si può di certo avere l’ambizione di guardare ad un Parco archeologico. Io sono un convinto assertore che ogni trasformazione urbanistica debba coinvolgere la cittadinanza per evitare danni. Il nostro territorio paga la crescita urbanistica, e non possiamo risolvere tutti i problemi accumulatisi in un giorno. Ci vuole coraggio perché il Pug può essere, secondo alcuni, un freno all’economia. Importante sarà anche il recupero dell’esistente, più che la ricerca spasmodica di nuove aree e terreni da urbanizzare, secondo il concetto di sostenibilità ambientale. In particolare, bisogna individuare le aree-servizi sul nostro territorio e integrare Modugno in una zona più vasta, soprattutto della provincia e della città di Bari. Abbiamo attivato canali con l’Università e con gli altri enti per avviare un percorso economico e sano di collaborazione, con un atteggiamento onesto intellettualmente, senza protagonismi individuali, cosicché la città possa guardare avanti con tanta fiducia. Prima di arrivare al Pug ci sarà il Documento Programmatico preliminare, previo confronto con la cittadinanza. Si tratta di un percorso molto lungo, ma sicuramente ci vedremo presto per continuare questo processo di collaborazione che, per alcuni versi, è già cominciato.
FERRULLI: tra gli strumenti di conoscenza, non possiamo trascurare l’osservanza delle leggi. Una delle questioni cruciali è l’applicazione del Codice dei beni culturali (decreto legislativo 42/04), perché anche nei comuni è necessario, prima di rilasciare il permesso a costruire, acquisire i pareri della cittadinanza attiva. Ad esempio, l’applicazione delle leggi avrebbe consentito di vincolare il Menhir di Misciano e avremmo evitato la centrale a Turbogas di Sorgenia.
I cittadini che hanno animato il dibattito successivo agli interventi non hanno risparmiato dubbi su quanto il comune di Modugno fosse già a conoscenza delle questioni relative alla zona. In particolare, si è puntato il dito contro i rappresentanti dell’ente comunale al consiglio dell’Asi che in questi anni si sono succeduti. A tali interventi ha replicato l’assessore Barbanente, che ha valorizzato la cittadinanza attiva come “arma” di fronte al potere della classe politica e come migliore risposta alla sfiducia del popolo.