Secondo l’accusa, derivati ad altissimo rischio sottoscritti con Unicredit avrebbero portato l’azienda barese al fallimento. Nel 2006 (in seguito agli effetti catastrofici di quei derivati, sottoscritti a partire dal 2000) lo stabilimento ha chiuso, licenziando 430 operai. Unicredit, questa l’ipotesi dell’accusa, non avrebbe informato correttamente dei rischi connessi agli strumenti di finanza complessa che la società Divania stava acquistando, proponendoli anzi come sicuri.
La truffa complessiva ipotizzata dalla Procura di Bari si aggira intorno ai 15 milioni di euro. L’indagine è stata avviata dopo la denuncia del titolare di Divania, Francesco Saverio Parisi, costituitosi parte civile nel processo, in proprio e per conto di due società, la Sedilia e la Parco Don Vito. Oltre a Parisi, si è costituito parte civile Rocco Ziino, anche lui presunta vittima dei derivati Unicredit, che avrebbe subito il crac della sua società, la “Tre Z Plast”, azienda leader nel settore edilizio e termoidraulico, passata nel giro di due anni da un fatturato di sei milioni di euro al fallimento. Parti civili anche un’associazione anti usura, Adusbef e Codacons.
L’udienza preliminare per i rinvii a giudizio proseguirà il prossimo 8 giugno.
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