La Convenzione sui diritti del fanciullo dell’Onu del 1989 meglio conosciuta come Convenzione di New York costituisce il principio cardine dell’ ordinamento giuridico in materia di tutela dell’infanzia e dei minori abbandonati.
Norma di diritto internazionale a cui il nostro paese ha aderito con l’entrata in vigore della legge n.179 del 27maggio 1998. La legge sancisce espressamente che: “in tutte le azioni riguardanti bambini, se avviate da istituzioni di assistenza sociale, private e pubbliche, tribunali, autorità amministrative, corpi legislativi, i maggiori interessi dei bambini devono costituire oggetto di primaria importanza”.
La tutela dell’infanzia è assegnata ai servizi sociali comunali che a seguito delle segnalazioni delle forze dell’ordine o di persone che denunciano situazioni di abbandono minorile, di abusi o maltrattamenti, applicano le procedure di salvaguardia dell’incolumità dei minori in primis anche attraverso l’allontanamento del minore dal luogo dove risiede o dove sia accaduto il reato relazionando nei minimi particolari al Tribunale dei Minori, nella persona del Giudice Tutelare. Questo è quanto la legge prevede per tutelare i minori in stato di bisogno.
In base a quanto esposto sorge spontanea la domanda: nella nostra città ci sono bambini in queste condizioni?
Purtroppo la risposta è sì.
Il fenomeno di minori in stato di bisogno è in crescita, soprattutto fra gli immigrati che per vari motivi perdono il lavoro. Ci sono immigrati che lasciano incustodita la prole e si allontanano dalla loro dimora in cerca di lavoro; chi si occupa di questi minori? Per la maggior parte vengono affidati ad immigrate che danno una mano ai loro connazionali; ma non tutte le etnie si comportano allo stesso modo. Spesso sono famiglie italiane che accolgano dei minori in casa in attesa del ritorno dei genitori. Soluzione encomiabile allorquando si tratta di minori iscritti nel permesso di soggiorno del padre o della madre e venga fatto nell’interesse esclusivo e supremo di bambini che hanno il diritto sacrosanto di essere spensierati e felici; ma tutto si aggrava quando i minori vengono abbandonati dall’unico genitore in possesso del permesso di soggiorno – concesso spesso “per assistenza minori”(!) – che vengono lasciati in custodia alla madre che essendo però ancora clandestina è condannata a non poter avere un lavoro e di conseguenza a non poter affittare una casa, a non poter rivolgersi alle autorità perchè a rischio di espulsione. Oggi, con le nuove normative, la clandestinità è un reato penale. Questi bambini non possono avvalersi dell’aiuto di famiglie con cuore disposte ad ospitarli perché costoro sarebbero soggetti che favoriscono la clandestinità e commetterebbero un reato se aiutassero questi minori in assoluto stato di bisogno.
Quante di queste situazioni si verificano nella nostra città? Quali rimedi si utilizzano? Bisognerebbe approfondire l’argomento perché alla base di tutto ci sono dei bambini che hanno il diritto di essere protetti, tutelati; che quando si recano ai giardini o escono da scuola, quando vanno in giro in bici, non devono aver paura di essere adescati da sconosciuti e molestati o portati via per sempre; che non devono essere usati per raccogliere denaro per strada come si vede troppo spesso. Un fenomeno questo di cui mai nessuno parla.
Dove sono le istituzioni? Dove le autorità religiose di qualunque credo? Dove le associazioni di carattere sociale? Dove le politiche in favore e a riparo di tali fenomeni? A quale diritto hanno accesso questi bambini? Hanno diritto ad un futuro migliore o sono condannati ad essere invisibili?