L’assessore comunale alle finanze Paolo Marra ci ha inviato le sue considerazioni relative alla Imposta MUnicipale.
Il fortissimo inasprimento della tassazione sugli immobili previsto per il corrente anno è già difficile da accettare.
La reintroduzione dell’imposta sull’immobile adibito a propria abitazione, la cui legittimità costituzionale peraltro appare assai dubbia, lo è ancor di più.
In fondo però, il cittadino, reso finalmente edotto dello stato in cui versano le pubbliche finanze e della necessità di una diffusa contribuzione alla soluzione del problema, se ne sta facendo una ragione, pur lamentando – sia ben chiaro – la palese iniquità del tributo, ossia l’esatto contrario di ciò che si andava proclamando, che finisce come al solito per colpire non i più facoltosi, ma semplicemente i più facilmente esposti all’imposizione.
Ciò che, invece, appare del tutto inaccettabile è il caos legislativo che, lungi dal precisare le modalità di applicazione della nuova imposta, sta suscitando gravissime incertezze innanzitutto nei contribuenti, sicuramente meritevoli di maggior rispetto, ma anche negli enti impositori chiamati a gestire il tributo – si badi bene – anche per conto dello Stato a cui è destinato una buona parte del relativo gettito.
Paradossalmente, man mano che si avvicina la data in cui si dovrà procedere al relativo versamento (18 giugno) le perplessità, anziché diminuire, aumentano perché non passa giorno senza che qualche ministro o qualche parlamentare non proponga, più o meno ufficialmente, una sua personalissima ipotesi di correzione.
Francamente non se ne può più.
Ora, nel tentativo di assicurare un minimo di certezze almeno nell’immediato, è previsto il versamento dell’acconto IMU determinato sulle aliquote di base dell’imposta stabilite dal Governo centrale con il Decreto – Legge n. 201 del 2011 e cioè 0,4% per l’abitazione principale e 0,76% per gli altri beni immobili.
Poi, entro il 30 settembre, si stabiliranno le aliquote definitive e, nel mese di dicembre, si verserà il saldo. Sino ad allora non v’è certezza sull’effettivo esborso che dovranno sopportare i cittadini e, di conseguenza, non v’è certezza nemmeno sulle entrate che affluiranno nelle casse dei comuni.
Sempre che, nel frattempo, non spunti qualche altra ipotesi di correzione, peraltro assai probabile a voler dar ascolto ai vari esponenti politici nazionali, improvvisamente divenuti paladini dell’equità.
Costoro, fra l’altro, nel tentativo di attribuirsi il merito di aver escogitato una qualsiasi agevolazione a favore di questa o di quella categoria di contribuenti, quasi sempre teorica, spesso dimenticano le più elementari esigenze finanziarie dei comuni, che di quelle risorse hanno necessità per poter programmare la propria attività e, di conseguenza, per garantire servizi adeguati alla comunità.
E questo sarebbe il federalismo fiscale? Gli addetti ai lavori cominciano a parlare di federalismo demenziale.
Paolo Marra
Assessore alle finanze
Comune di Modugno