Siamo dominati dalla convenienza, da quello che conviene fare. Ciò che ci distingue maggiormente dagli animali è la capacità di determinare l’utilità di una azione prima ancora di compierla.
L’umanità è scesa dagli alberi perché conveniva farlo. Si è data delle regole, le ha codificate mettendole per iscritto perché conveniva non doverle trasmettere verbalmente ogni volta. Si è organizzata demandando a pochi rappresentanti il compito di governare perché conviene che siano in pochi a decidere per tutti, risparmiando così il tempo necessario a decidere e questo è utile per tutti. Così come conviene ai pochi che governano decidere anche su ciò che è più utile per loro stessi e spesso quello che conviene ai governanti non viene fatto negli interessi dei governati. Lo fanno di nascosto, a volte vengono scoperti e i governati li cacciano; se conviene. Ma quanto conviene? cacciare un disonesto amico governante sempre pronto a fare favori conviene? Sembra proprio di no.
Se fosse conveniente eleggere le persone oneste non avremmo inventato il voto utile, il voto di scambio: ti voto in cambio di qualcosa; se mi voti ti sarò debitore. Se si votassero solo le persone oneste non si vedrebbero, in campagna elettorale, tanti manifesti attaccati fuori dagli spazi legali; non ci sarebbero tanti volantini sparsi per terra. Certo tante tipografie lavorerebbero di meno ma perlomeno non dovrebbero rispondere a quanti chiedono come sono state pagate quelle decine di migliaia di euro necessari per pagare tutto quel materiale pubblicitario. La campagna elettorale costa; il denaro per pagarla costa sacrifici; perché allora tanti trovano convenienza a spenderlo? E perché più spendono e più voti raccolgono? È raccapricciante constatare che per molti elettori è più conveniente così.