Una strage silenziosa a cui si applica il termine di “femminicidio”, vale a dire ogni forma di discriminazione e violenza rivolta contro la donna in quanto tale. Psicologica, sociale, fisica, fino alla morte: una violenza continua che nel nostro Paese continua a mietere vittime per fattori culturali, quando si considera la donna come un oggetto di proprietà e chiunque, padre, marito e figli, decidono della sua vita. Il contesto italiano è ancora patriarcale e incentrato sulla famiglia: per questo troppo spesso la violenza domestica non viene percepita per quello che effettivamente è, un reato. In tutto questo non aiuta un quadro giuridico frammentario e l’inadeguatezza delle indagini, delle sanzioni e del risarcimento alle vittime. In Italia basta troppo poco per stroncare una vita. Tanti i casi che ci riporta la cronaca, troppi invece quelli che rimangono nel silenzio. La situazione testimonia la presenza di un problema e un disagio molto forte da parte delle vittime, che richiedono una preparazione specifica da parte degli avvocati e delle forze dell’ordine che rispondono alle loro richieste di giustizia. Qualcosa però è cambiato: l’introduzione del reato di stalking ne è un esempio, ma ad un passo avanti ce ne sono almeno centro indietro. Un esempio è la recente sentenza della Cassazione: ha stabilito che per il reato di stupro di gruppo il carcere come misura cautelare non è più obbligatorio. Occorre dunque tenere sempre alta l’attenzione verso un fenomeno mascherato, sottaciuto, trattato con fredda ironia.
L’8 marzo si celebra la festa della donna: trascorrerà tra numerosi simboli ma, in realtà, c’è ben poco da festeggiare. Per denunciare e combattere le molteplici e brutali forme di “femminicidio” non basta solo una giornata ma un impegno vero che duri 365 giorni (nel caso del 2012 avremmo un giorno in più a disposizione). Il rischio reale e concreto, è che se ne parli solo due volte l’anno: alla giornata internazionale contro le violenze sulle donne e l’8 marzo. Poi, inesorabilmente il sipario cala, le luci si spengono e tutto ricomincia normalmente, come se niente fosse, anzi quasi fosse la normalità, purtroppo.