Per molti è una zona sconosciuta, per altri una semplice contrada. In realtà la zona è sottoposta a vincolo ai sensi del Decreto ministeriale del 1° agosto 1985 (dichiarazione di notevole interesse pubblico riguardante l’ecosistema, ndr): custodisce le prime presenze dell’uomo nel territorio di Modugno. L’Associazione socio culturale ‘Giovani Menti Attive’, in collaborazione con il Comitato cittadino ‘Pro Ambiente’ di Modugno, ha realizzato una video-inchiesta della durata di 50 minuti (oggi pubblichiamo i primi 3 video, gli altri tre saranno visibili nei prossimi giorni) sulle bellezze storico-architettoniche presenti nella Zona Misciano. Il perché di questa video-inchiesta è presto detto: numerose associazioni modugnesi hanno presentato denunce contro la volontà di costruire un inceneritore di proprietà del “Gruppo Marcegaglia spa” della capacità di 90mila tonnellate di Cdr e biomasse proprio su questo territorio.
L’area è stata sequestrata dalla Procura di Bari, subito dopo l’inizio del cantiere, per tutta una serie di inottemperanze di nullaosta (oltre alla soprintendenza, anche l’Enac), vizi formali e sostanziali nelle autorizzazioni regionali, attualmente all’attenzione del Tribunale di Bari. La Soprintendenza dei Beni architettonici e paesaggistici, dopo essere stata interessata dal Ministero dei Beni Culturali a seguito di una nota inviata dal Comitato Pro Ambiente, molto dettagliata e corredata da foto inedite contenute in uno dei video, ha espresso parere negativo alla realizzazione dell’impianto di incenerimento nel procedimento relativo al rilascio del parere di compatibilità ambientale. Recentemente, è arrivato il parere sfavorevole alla procedura di verifica ambientale, motivato proprio su questo aspetto, più che su altri come gli impatti sanitari ritenuti in regola dalla Regione Puglia.
A gennaio ConfConsumatori Puglia ha presentato ricorso al Tar Lazio contro il no della Regione all’inceneritore di Modugno, chiedendo al Ministero dei Beni Culturali di ‘togliere’ il vincolo paesaggistico (legge Galasso) dalle aree di Lama Misciano. Il Tar Lazio ha però dichiarato la propria incompetenza territoriale, rimandando eventualmente l’esame al Tar Puglia. Ora ConfConsumatori ha 30 giorni di tempo per fare ricorso al Tribunale amministrativo regionale pugliese, territorialmente competente. Le associazioni di cittadini non staranno a guardare: sono determinate a difendere Lama Misciano da qualsiasi interesse imprenditoriale che possa danneggiarla.