Il nuovo anno è cominciato da un po’ ed è tempo ormai di bilanci consuntivi.
Dopo il deficitario decennio 2001/2011 l’elezione a sindaco dell’ingegnere Domenico Gatti aveva dato l’impressione che stesse per avere inizio uno di quei periodi di cui il Leopardi scriveva “Son dell’umana gente / Le magnifiche sorti e progressive”. Mimmo Gatti ha avuto a disposizione tutto il tempo necessario per confermare i suoi propositi espressi in campagna elettorale.
Le aspettative dei modugnesi rimangono però “aspettative”; neanche uno di quei provvedimenti che negli incontri privati, nei comizi in piazza o nei dibattiti pubblici erano stati indicati come cose da fare nei primi giorni sono stati fatti, a differenza di altri di cui ancora oggi non si capisce l’utilità, né tanto meno l’urgenza, come per esempio il licenziamento del responsabile del piano di zona Chiarantoni o l’approvazione del Centro Comunale di Raccolta dei rifiuti che sta agitando tanto le acque fino al punto che il maggior partito della coalizione che lo ha eletto, il PD, quasi come se fosse uno dei partiti all’opposizione, ha emesso un comunicato nel quale suggerisce al sindaco di apportare dei “miglioramenti” sostanziali ad un provvedimento del quale sicuramente era a conoscenza prima che venisse approvato dalla giunta, (se non lo era lo sarà stato sicuramente quando lo ha approvato in consiglio comunale).
Ora questa sembra essere una chiara posizione di dissenso del PD verso l’operato del sindaco. Ci sono altri episodi e provvedimenti che sembrano essere stati adottati senza alcuna coerenza se non quella di un continuo asservimento a logiche di potere politico mal gestito. La frammentazione del PD locale è evidente ormai: molti sono convinti che si siano formati, all’interno del partito, almeno tre gruppi perennemente in frizione fra di loro, tanto da bloccare l’operato di tutta l’amministrazione. Raccontano che tutti i provvedimenti vengono prima discussi in giunta, poi portati all’attenzione del PD e successivamente approvati o rigettati secondo il volere del partito, con grande disappunto delle altre componenti presenti in giunta. Le dimissioni da vicesindaco di Bellomo sembra siano state determinate in larga parte proprio da questo iter procedurale che si è instaurato all’insediamento dell’attuale maggioranza.
La stessa aria si respira negli altri partiti storicamente presenti nel quadro politico locale: certamente a molti non sarà sfuggito, percorrendo il primo tratto di via Cairoli, lo stato di abbandono in cui è l’insegna di quella che fu, o è ancora, la sede del PdL di Modugno. Nel passato sede del circolo di Alleanza nazionale dedicata a Pinuccio Tatarella e in seguito sede del PdL locale oggi è diventata l’emblema di una classe politica in perenne stato comatoso. Di altri ormai non si parla quasi più, non fanno più notizia.
Sono passati ormai 499 anni da quando Niccolò Machiavelli inviò al nipote di Lorenzo il Magnifico quello che molti giudicano essere il più importante trattato di politica che sia mai stato scritto. I nostri politici però dimostrano di non aver prestato molta attenzione ai suggerimenti del filosofo fiorentino o, quanto meno, di non averlo letto proprio se continuano a gestire la cosa pubblica senza tener conto di quella che il Machiavelli giudicava essere la forza dominante in ogni contesa politica: il Popolo, al quale, prima o poi, questa amministrazione dovrà presentare il bilancio consuntivo.