Interrogazione dei Moderati e Popolari sul malfunzionamento del Piano Sociale di Zona

Per ora i chiarimenti, tecnici ma non politici, arrivano da Gesmundo. Il dirigente richiama la norma secondo la quale “i contratti (come quello sottoscritto da Chiarantoni, ndr) non possono avere durata durata superiore al mandato elettivo del sindaco”. A sostegno di questa indicazione normativa, Gesmundo motiva: “Il Coordinamento Istituzionale, così come l’Ufficio di Piano, non costituisce un organismo autonomo e distinto dai Comuni che lo compongono, bensì una forma associata tra Comuni per la gestione di procedimenti di carattere ultracomunale sotto il profilo sociale. Di conseguenza, i soggetti che compongono il Coordinamento Istituzionale non acquisiscono qualità diverse rispetto a quelle strettamente connaturate alle rispettive figure negli Enti di appartenenza (sindaco, assessore, ecc), con relativa ed ovvia cessazione di ogni effetto dal momento della scadenza del mandato o, comunque, della cessazione dalla carica”. Ma Gesmundo dice di più. “Non era inoltre possibile – spiega – procedere alla nomina di un nuovo responsabile dell’ufficio di piano poichè tale soggetto viene nominato dal sindaco del Comune capofila a seguito di designazione del Coordinamento Istituzionale”. Se questa è la risposta tecnica, quella politica, prima ancora che essere discussa in Consiglio comunale, è arrivata subito dopo il deposito dell’interrogazione dal Partito Democratico, esplicitamente chiamato in causa. “Senza entrare nel merito della legittimità del provvedimento con cui Chiarantoni è stato sollevato dal suo incarico – ha spiegato il segretario cittadino del Pd, Lilly Del Zotti – è stata invece posta una questione di etica politica. L’incarico di Chiarantoni (tesserato di Sel) rendeva il partito sovradimensionato rispetto allo stesso Partito Democratico che, invece, si era accontentato di un solo assessore purché tutte le forze della coalizione fossero rappresentate in Giunta”. Il riferimento è alla nomina di Elena Di Ronzo (anche lei Sel) ad assessore alla Pubblica Istruzione. In questo modo il partito di Vendola avrebbe avuto un consigliere, un assessore e un ruolo dirigenziale, quale è quello del responsabile dell’Ufficio di Piano. Lilly Del Zotti fa quindi riferimento al ruolo di Serafino Bruno, ex direttore generale e presidente della commissione valutatrice del concorso per assistenti sociali, anch’egli sollevato dall’incarico perché il Pd non avesse un uomo in più rispetto agli altri partiti della coalizione. “Ci si sarebbe aspettati – ha concluso il segretario cittadino – pari sensibilità politica. Questa è una questione morale”.

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