Alcuni giorni fa è stata pubblicata una proposta di deliberazione da parte del consiglio comunale dai contenuti molto significativi. Tramite i social network, alcuni cittadini hanno diffuso la notizia di una possibile vendita degli immobili comunali a Modugno.
Ma cerchiamo di vederci chiaro. L’oggetto della proposta di deliberazione al consiglio comunale recita cosi: “Approvazione del piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari per l’anno 2011 ex art. 58 D.L. n.112/2008 convertito con modificazioni dalla legge n.133/2008”. Quest’ultima legge prevede che “per procedere al riordino, gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare di regioni, province e comuni ciascun ente con delibera dell’organo di governo individua, redigendo apposito elenco, i singoli beni immobili ricadenti nel territorio di competenza (…), suscettibili di valorizzazione, ovvero di dismissione, redigendo il piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari da allegare al bilancio di previsione”. In altre parole, la normativa recita chiaramente che ogni ente può dismettere, valorizzare o alienare (ossia vendere) un proprio bene immobile. Sicché la Giunta Comunale il 18 luglio scorso, con deliberazione n. 35, ha provveduto alla “formazione di un elenco dei beni da valorizzare o alienare/dismettere”.
Ma quali sono questi beni? Ed ecco subito allegata una tabella con i beni immobili comunali “disponibili”. Sono ben otto, con l’aggiunta di un terreno costituente il lotto 19 della lottizzazione Cornole di Ruccia (Zona C/3). I beni in elenco recano la data del 31 dicembre 2010 come ultimo periodo dalla valorizzazione: si tratta dei due chioschi in piazza Garibaldi (ang. corso v. Emanuele e ang. Corso Umberto), noti ai modugnesi come i chioschi di Masino e di Pallone, dei locali torre Pro loco (in p.zza Sedile), dei locali ex convento (in via X Marzo), del locale deposito villa comunale (in p.zza Garibaldi), meglio conosciuto come “la Pizzicata”, dell’Ufficio Piano di zona in via X Marzo, degli uffici dell’Associazione Italiana Persone Down (in p.zza E. De Nicola) e dei locali dell’ex macello, ora Laboratori Urbani “Giuseppe Fava”, in Via Tagliamento e in Via Piave. Il totale della valorizzazione di suddetti immobili ammonta ad euro 1.923.470. Insomma, quasi due milioni di euro per otto beni immobili. Per ciò che concerne il terreno (un vigneto in Contrada Paganello), la quota è stimata a 170.000 euro.
Accanto a questa tabella vi è il prospetto delle alienazioni. Solo per il terreno si prevede una vendita nel 2012, mentre per gli otto beni immobili su citati, almeno sino al 2013 non si prevedono vendite. Tuttavia, sempre nel piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari emerge che al fine di operare il “riordino, la gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare, l’ufficio tecnico e l’ufficio provveditorato (…) ha proceduto alla formazione degli elenchi degli immobili da valorizzare o dismettere, redatti sulla base dei dati risultanti dalla revisione generale, completamento e aggiornamento degli inventari dei beni mobili e immobili del comune, loro informatizzazione e ricostruzione dello stato patrimoniale, in corso di espletamento da parte della R.T.I. AIPA S.p.a mandataria -GESTAM S.r.l. società appositamente incaricata (…) del patrimonio risultante al dicembre 2010. Il patrimonio immobiliare comunale è stato quindi suddiviso in funzione della destinazione prevista, della potenziale alienabilità del bene e delle previsioni di valorizzazione dello stesso”. Dunque, si parla di “potenziale alienabilità”.
Cosa significa tutto questo? Che i beni immobili potenzialmente potrebbero essere venduti? Questo piano non lo escluderebbe, almeno a firma del responsabile del III settore, ing. Emilio Petraroli. Ci si pone numerose domande soprattutto sul perché questi immobili siano valutati con così basso prezzo. D’altra parte, non ci sono previsioni di vendita almeno sino al 2013. Ma perché c’è stata la valutazione di questi beni? Se sono al ribasso significa che verranno venduti? Ma da chi, poi, verranno acquistati? L’amministrazione comunale dovrà dare risposte certe e precise. Il consiglio comunale, poi, dovrà esprimersi su questi punti anche in previsione del fatto che tutto ciò andrà a costituire voci del bilancio. Troppi dubbi e troppi quesiti. Fatto sta che l’alienazione non avverrà prima del 2013. Ma ai modugnesi verrà riservata la beffa della svendita a saldi nel 2014? Ai posteri l’ardua sentenza.