Foto che suscitano stupore e tristezza per come sono lasciate abbandonate le periferie della nostra città. Periferie in cui si trova di tutto: copertoni per auto con annesse carrozzerie, materiali inerti, porte, frigoriferi, lavatrici, rifiuti di ogni tipo anche tossico-nocivi. Per non parlare, poi, delle buche nelle strade di campagna dove qualcuno si è divertito a togliere i fili di rame per ricavarne profitto personale. E ancora erba alta e secca soprattutto nella zona A.S.I.(Area sviluppo industriale), dove manca l’illuminazione e dove facilmente quest’erba a causa delle alte temperature prende fuoco. Numerosi sono stati,infatti, i casi di incendi in questo mese di luglio.
Incendi che si sono sviluppati proprio in queste periferie adibite a discariche illegali e che hanno portato alla combustione dei materiali su citati divenendo veleno per i cittadini. Dalla combustione di questi materiali si sprigiona diossina e monossido di carbonio, elementi cancerogeni per l’uomo. E’ come se si trattasse di piccoli inceneritori che emettono sostanze altamente dannose e inquinanti. Di conseguenza diventa immane il lavoro dei volontari della Protezione Civile nell’avvistamento degli incendi, ormai all’ordine del giorno. Tuttavia le squadre dell’A.I.B.(Avvistamento incendi boschivi) svolgono al meglio il proprio lavoro, ma al contempo denunciano la scarsità delle risorse finanziarie con la conseguente diminuzione della qualità del loro servizio. “Mancano addirittura i soldi per il carburante ai nostri furgoni e a volte siamo costretti a rimetterceli noi”, denuncia un volontario. Insomma una situazione disperata. O quasi. Perché le soluzioni ci sarebbero.
E per Tino Ferrulli, presidente del comitato Proambiente, andrebbero ricercate “nei controlli e nella diffida che l’Amministrazione comunale deve fare ai proprietari di questi suoli per non lasciarli all’incuria e al degrado. Abbiamo intenzione di valorizzare la zona di Lama Misciano sulla quale insistono tali discariche, poiché trattasi di area vincolata di enorme valore paesaggistico per la presenza di reperti archeologici”.Lama Misciano dove si sarebbe dovuto costruire l’inceneritore a Modugno diventa l’emblema per ripartire. Toccherà all’attuale amministrazione guidata da Gatti porre rimedio a quest’altro scempio ambientale. E toccherà farlo in fretta prima che Modugno salga alla ribalta nazionale come una nuova Napoli ricolma di rifiuti e diossina.
tutte le fotografie dello scempio scattate del comitato Proambiente