Capita a volte che nella sede ci siano solo volontarie donne e ultimo è il caso di un alcolista che pretendendo un sussidio in un eccesso di esaltazione si è lasciato andare ad atti osceni davanti alle volontarie presenti. Questo è il rischio che si corre quando si presta il proprio servizio in “trincea” vicino ai casi più disperati. E le forze cominciano a mancare. Nel gruppo non vi è stato un ricambio generazionale e non ci sono giovani volontari che potrebbero dare una mano. Tra le attività svolte vi è anche quella di un doposcuola per bambini e ragazzi i cui genitori non possono permettersi lezioni private.
“Ci sono – spiega ancora il responsabile – casi di solitudine o di malattia che coinvolgono spesso gli anziani del nostro paese, che avrebbero bisogno di un contatto umano, un conforto e anche di quello dovremmo occuparci se ci fossero più volontari”. Ma il sogno nel cassetto di Debernardis – ci confida – resta quello di realizzare una mensa per i più bisognosi.