“Ed ecco che il giorno atteso è arrivato, è arrivato presto: Giovanni Paolo II è beato”. A volte madre natura, la Provvidenza, per chi crede, dispensa speranza per chi soffre ed anela a guarire. Con la beatificazione di Papa Wojtyla si è riproposta un’esplosione di spiritualità planetaria. Tutti i continenti rappresentati dalle bandiere in piazza S.Pietro hanno dato la cifra della carica umana di CHI ha saputo essere duro con i grandi, dolce con i giovani, tenero con i diseredati, rasserenante con i sofferenti. E di questi ultimi interpretammo i sentimenti per cui ci attivammo e realizzammo che Ospedale Oncologico di Bari portasse il suo nome: Giovanni Paolo II.
Certamente, domenica, tutti i pazienti avranno potuto contare su di una spinta accessoria, sulla via della agognata guarigione. La spinta della speranza, sostanziata da un esempio proveniente dalla terra, domenica si stava illuminando di luce più forte e più viva. Un Papa che ha dimostrato di affrontare la sofferenza ed il sacrificio nel fisico con l’umanità più profonda ha avvicinato a sé le affinità di tutti coloro che soffrono. L’occasione celebrativa ha prodotto, nei pazienti dell’Istituto, una carica di rinnovata e prepotente speranza.
Per un medico, poi, sia credente che non credente, una simile spinta di positività emotiva data ai degenti di una struttura oncologica, significa potenziare l’effetto di ogni terapia. Di sicuro domenica 1° maggio tutto l’Istituto Oncologico di Bari ha risentito delle benefiche vibrazioni emanate dalla sua stessa denominazione. E questo farà del bene tutti.
Prof. Rosario Polizzi già Commissario dell?Istituto Tumori-Oncologico