Dal 1861, anno dell’unità d’Italia, la sanità nazionale ha realizzato progressi notevoli per la tutela della salute. Il ministro della Sanità Ferruccio Fazio durante un’intervista nel 2010 ha dichiarato – “In passato si moriva intorno ai 33 anni e a causa delle precarie condizioni igienico sanitarie il 44% dei bambini moriva sotto i 5 anni. A distanza di 150 anni la situazione si è evoluta e le differenze tra nord e sud si sono ridotte”.
Grazie al progresso della scienza statistica e delle stime effettuate dai principali indicatori demografici dell’ISTAT ed EUROSTAT,è emerso che l’aspettativa di vita registrata nel nostro Paese è di 79,1 anni per gli uomini e 84,3 anni per le donne, con una media comune intorno agli 81,5 anni. Queste quote fanno dell’Italia la quarta potenza mondiale per longevità dopo Giappone(86,9), Svizzera(82,4) e Francia (81,8). Nell’ultimo decennio la percentuale di soggetti con età superiore ai 65 anni è aumentata al 20% cosi come risulta in espansione il numero di persone anziane sopra gli 85 anni.
Sorprendentemente triplicato risulta il numero di ultra centenari ,i “grandi vecchi” che è passato da 5400 individui in tutta la penisola nel 2001, a 16 mila del 2011. Il merito è da attribuire ai progressi scientifici e alle nuove tecnologie che ci permettono di vivere meglio in condizioni sanitarie ottimali. Per migliorare ulteriormente la qualità di vita futura è necessario implementare le tecnologie che abbiamo già a disposizione, soprattutto quelle che mirano a curare le malattie.