Il 22 aprile 1941, la resa senza condizioni di tutte le forze armate greche ed il “cessate il fuoco” vennero firmati a notte inoltrata dai plenipotenziari ellenici ed italo tedeschi. Le operazioni italiane terminarono con l’occupazione di Corfù il 28 e delle isole di Cefalonia, Zante ed Itaca il 30 aprile. Sono passati da allora settant’anni: l’importanza dell’evento modugnese non consiste tanto nello scenario in cui s’è consumato il fatto d’arme, uno scenario del ‘900, di quello che ormai è definito il “secolo breve” dal momento che i fatti dell’epoca esulano dal nostro giudizio per essere consegnati alla Storia, unico e sovrano giudice delle umane vicende, quanto piuttosto nell’esaltazione del senso del dovere che ha caratterizzato l’azione del nostro Caduto, un’azione ispirata ad una consapevole partecipazione e ad un’assunzione di corresponsabilità che, in obbedienza al giuramento prestato, lo ha portato al supremo sacrificio di sé.
Ciò basta, prescindendo dalle considerazioni relative alle vicende che furono scenario ai fatti, a rendere esemplare e degna di reverente gratitudine la memoria di Francesco Pepe e di tanti che come lui hanno sacrificato la propria esistenza per amore della nostra Patria, di cui in questi giorni ricordiamo i Suoi primi 150 anni. Non già, quindi, vuota e anacronistica retorica bensì un doveroso e sentito omaggio alla memoria di coloro i quali, con il loro sacrificio hanno scritto col sangue una pagina della nostra Storia indicando a noi posteri il cammino del dovere, un cammino che non ha connotazione alcuna, in quanto valore universale e condiviso.Ed è con questo spirito che guardiamo con ammirazione a uomini come Lui, ai quali dobbiamo tanto ed ai quali dobbiamo immensa riconoscenza. Soldato Francesco Pepe: PRESENTE!