Chi di quel partito, nato su di un predellino – come dicono sfottendo a sinistra – ne fa ancora parte, si è schierato con Pinuccio Vasile che dimostra ancora una volta di essere in grado di cogliere in anticipo, proprio come una “antenna”, tutti i segnali, le intenzioni e…tentazioni politiche dei frequentatori ed aficionados del palazzo municipale modugnese. Fatti i complimenti a Pinuccio per i suoi meriti, bisogna però che qualcuno faccia il mea culpa per la brutta figura che si è realizzata. Brutta figura che i protagonisti locali del PDL, che hanno mantenuto fino alla fine la rappresentanza del partito nel consiglio comunale, certamente non volevano fare ma è stata, da loro, provocata e dai vertici provinciali e regionali (nazionali?) non inpedita. In ogni separazione le cause sono sempre addebitabili alle parti in lite; come sempre ci sarà qualcuno che giurerà di non avere alcuna colpa e altri che le addebiteranno tutte a chi va via.
Via sì ma dove? Una parte aderisce alla coalizione di Vasile portando in dote il simbolo del partito, mentre i consiglieri Mele e Romito sfideranno, in un’altra lista, chi ha creato le premesse per questa frattura non appoggiando la candidatura a sindaco dell’attuale presidente del consiglio comunale Stella Sanseverino. Quello che arriva agli elettori di centro destra, a Modugno, è un messaggio lanciato da chi, pur potendo, non ha saputo annullare il dissenso interno al gruppo e non permette agli elettori modugnesi del popolo della libertà di votare per un candidato sindaco del loro partito. Del resto sono anni che i vertici regionali del centro destra dimostrano di non avere alcuna conoscenza della classe politica locale, non li conoscono, non li seguono, non li fanno crescere e alla fine faranno piangere gli elettori per il colpo subito.