Il nucleo centrale del complicato Calendario Azteco era un almanacco divinatorio di 260 giorni, costituito da cicli di 20 nomi e di numeri dall’1 al 13. Sia i nomi che i numeri erano esseri divini e, quando ricorreva il loro giorno comune di dominio, tutta l’umanità era influenzata secondo la natura di ciascuno. Ogni 52 anni (cicli che rappresentavano con spighe legati in “fasci”) gli Aztechi si aspettavano la fine del mondo e distruggevano i loro beni terreni.
Il Calendario scandiva l’eterno fluire del tempo, la predilezione delle eclissi, il computo dei giorni dei mesi e degli anni, i vari cicli dell’influsso divino. L’intera vita della comunità roteava intorno alla successione di giorni fasti, nefasti o indifferenti. I Sacerdoti passavano il loro tempo a decidere quale combinazione di giorno e di numero fosse la più propizia ad ogni singola impresa. Interpretavano i geroglifici della Pietra del Sole per stabilire l’oroscopo dei nascituri e le caratteristiche della loro natura. Indicavano poi l’area in cui avrebbero potuto muoversi per raggiungere il loro equilibrio e quindi la felicità.IL calcolo è quasi impossibile da fare, in linea di massima si parte dall’1 gennaio al 12 gennaio, a seguire tutti i segni in rotazione che si susseguono all’infinto!
FIORE. Per gli Aztechi era il simbolo di una natura sempre vigile, dell’essere che nasce e continuamente si rinnova. E’ anche un segno di “razza padrona”, del nato – “Boss”, “Leader”, “Tutor”, “Prior”, “Chef”. Nel caso migliore, è solo uno che crede nel lavoro di gruppo, nella coesistenza tra umani, nei clubs, cooperative e associazioni di vario genere, all’interno dei quali svolgerà sempre un ruolo di guida, di indicatore di rotta, saggio, estremamente cosciente e responsabile. Paternalista a volte, moralista un po’ pedante altre, rischia di raccogliere tanto rispetto, un po’ di sbadigli e poco amore.Solo se prova a scendere dal pulpito può diventare una creatura affascinante, piena di ricchezze interiori e di peccati. CANNA. Creatura “cosmica”, poco adatta ad ambientarsi nel pianeta terra, il tipo Fiore ritma la sua vita sull’eterno divenire degli astri, sintonizza il suo essere su lunghezze d’onda che solo a pochi è concesso captare. Estraneo ai comuni sentimenti degli “umani”, e ancor più agli schemi terreni cui si conformano, viene recepito generalmente come un sognatore eccentrico, troppo romantico e “imbranato”. Ricco invece di un temperamento artistico, esasperatamente sensibile e buono, si presta facilmente ad essere sfruttato dall’umana furbizia e non meno delle creature che lui ama con tutto se stesso. FINE. Fa pensare subito ad un segno di malaugurio. Per gli Aztechi, invece, era simbolo di festa, di ricchezza e di fortuna. Fortunato, infatti, è il tipo Fine. Tanto fortunato che può permettersi il lusso di lasciarsi vivere, da bravo “mollaccione”, senza mai esporsi né lottare, né impegnare il capitale di intelligenza e creatività che generalmente possiede. A lui la manna cade sempre dal cielo. E allora – effettivamente – chi glielo fa fare? Grande sentimentalone, anche se incapace di passioni travolgenti, perché troppo faticose, è l’amico o l’amante su cui si può sempre contare.
PIOGGIA. Solo a vederlo, il tipo Pioggia, suggerisce la versatilità del suo temperamento. La vivacità dello sguardo, l’incisività della parola sono rivelatori di un intenso mondo interiore e di una carica positiva che pilota il suo bisogno di accettazione da parte degli altri e il desiderio di emergere su di essi. Ma come accade a tutti i tipi estremamente versatili, la tua disponibilità può essere recepita come “contraddizione” e la sua mobilità come “dispersione”. Facilmente concretizza la sua spinta in avanti quando trova un valido interlocutore con cui confrontarsi, un valido compagno di viaggi. Fortemente emotivo, “incasina” spesso le sue sempre palpitanti storie d’amore. ERBA. Questo segno per gli Aztechi simboleggiava la vita in costane rinnovamento. Ma il tipo Erba non è esattamente quello che si dice un innovatore – rivoluzionario. E’ piuttosto uno che sa capire e sa bene adattarsi al ritmo dinamico della vita, sa mantenersi costantemente aggiornato, attivo e disponibile a qualsiasi divenire.Invidiabile la sua eterna giovinezza spirituale e la duttilità del suo temperamento! Gentile e paziente interlocutore, spesso si nasconde dietro una corazza impenetrabile per celare un cuore vulnerabile e romantico. COCCODRILLO. Tollerante e sensibilissimo, sua preoccupazione fondamentale è di essere accettato dal suo gruppo sociale. Trascorre spesso un’adolescenza tormentata da mille problemi esistenziali, che a volte risolve sprofondato in esaltanti crisi mistiche, tutto teso verso un Amore Universale. Ma quando il suo interesse per i problemi altrui non è pilotato dall’intelligenza e dalla forza d’animo tipici di questo segno, può essere recepito come un potente ficcanaso- rompiscatole. Il Coccodrillo in amore è bisognoso di affetto e di protezione come un bambino.
OCELOT. Ci troviamo di fronte alla cosidetta personalità “psicopatica”, che gli studiosi definiscono come “perdita permanente del bisogno d’amore”. Sembra, infatti, che il tipo Ocelot sia spesso incapace di dare e ricevere affetto. Ogni sua carica vitale è, pertanto, orientata alla ricerca di altri valori, come la fama e la popolarità a cui spesso sacrifica tutto. Megalomane ambizioso, forse un po’ snob, sa anche essere combattivo e coraggioso come pochi. Privo del più elementare senso del pericolo, si pone spesso in situazioni d’emergenza, pur di raggiungere le sue idee vertiginose, spesso ossessive. Chi condivide la sua esistenza raramente è felice. CERVO. Apparentemente dolce e mansueto, il tipo Cervo cova dentro di sé una carica esplosiva di impulsività e nervosismo. “Si agita” spesso a vuoto, pur di sentirsi vivo, trascinato da un vitalismo sfrenato. Suoi nemici sono solitudine e monotonia, suoi grandi amici l’umanità intera, le sensazioni violente, le situazioni incredibili, nelle quali finisce spesso invischiato. Partner molto affascinante, soggetto ad alti e bassi sia di umore che di amore, è alla costante ricerca di quel tanto di piccante che tenga al riparo dalla monotonia anche le sue storie di amore. CASA. Grande personalità di mistificatore incallito, trova frequentemente spazio nel mondo della lettaratura e dell’arte in genere. Sua pulsione indomabile è diventare un “opinion leader”. Maestro nel manipolare la vita, finisce a volte per perdere di vista la realtà oggettiva e trovare anche se stesso invischiato nei suoi propri eufemismi. In questi casi, sprofondato nelle più totali depressioni, deve ricorrere alla sua indubbia forza interiore. E’ molto coinvolgente nella sfera affettiva. Ma attenzione! Ad un partner poco attento potrebbe spacciare il suo prepotente desiderio sessuale come amore sublimato.
SERPENTE. Questo rettile, sacro agli Aztechi, infonde ai suoi nativi (strano a dirsi) la virtù della lealtà, a volte esasperata fino al sacrificio di sé. Ma il tipo Serpente è anche uno che sa vivere comodamente, sfruttando al meglio tutti i piaceri della vita. Raffinato, edonista, con un forte bisogno di sicurezza, utilizza il magnetismo di cui è dotato (è un “Serpente”!) per accattivarsi il prossimo. Ma la sua innata lealtà , fortunatamente, lo tiene al riparo dalla tentazione di strumentalizzare gli altri ai propri fini. Soggiogante amatore, più che di partner “alla pari”, ama circondarsi di “fans” devoti. DAGA. L’autostima sembra avere più importanza dell’amore. Inquietudine e malcontento si sviluppano nell’individuo Daga se
non riesce a svolgere l’attività per la quale è nato: “ciò” che può essere “deve” essere. Quando il suo bisogno di autorealizzazione viene soddisfatto, ci troviamo difronte alle personalità più limpide e trascinanti di tutto lo Zodiaco. Forti, ottimiste, portate a realizzare anche la felicità altrui, sembrano nate per regnare, infondere rispetto e percorrere una strada tutta loro, anche fuori dagli schemi istituzionali. Ma attenzione! Sono anche facili a incrinarsi come lastre di vetro se restano prigionieri del loro grande cuore di leone. SCIMMIA. Esibizionista incallito, edonista, morboso e passionale. Dotato di una forte carica creativa, il tipo Scimmia ha una sola preoccupazione: esprimersi sempre, ovunque, in qualsiasi modo, pena la frustrazione e la depressione patologica.Con esasperante creatività intreccia quindi la sua vita, prodigandosi generosamente verso tutti, attingendo ovunque amore e consenso. Eternamente sulla scena, il ruolo che predilige è quello del primo attore, e l’applauso scrosciante, l’adulazione stimolante, sono per lui linfa vitale. Fortunatamente ha un valido antidoto contro la nevrosi che gli deriva dal suo temperamento, una vita sessuale intensa, coinvolgente, a volte un po’ morbosetta….