Se Berlusconi ha trattato amichevolmente il leader della rivoluzione per il legittimo interesse comune alla pace nel mediterraneo, non può ora, per le stesse ragioni, lasciare la guida delle iniziative a chi cerca di stabilire un nuovo equilibrio nella regione estromettendo il nostro paese. Per la mentalità nord africana, e non solo per loro, abbandonare una persona al suo destino dopo averla chiamata amico è una grave mancanza di correttezza morale.
Assuma il cavaliere il ruolo di arbitro della contesa, si impegni affinché al popolo libico sia assicurato il rispetto dei diritti civili, garantisca il passaggio democratico e pacifico ad un governo eletto dai libici senza interferenze straniere. È necessario che il nostro vicino di casa stia bene per stare bene in casa nostra.
Sulla Libia dopo i caccia volano gli stracci
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