Abbiamo visto atleti di tutte le età allernarsi 4 volte la settimana, o anche più, seguire i suoi consigli alla lettera, e soprattutto dare il massimo sempre, in allenamento come in gara. Cosa spinge un lavoratore o uno studente a passare molte delle sue sere libere in piscina, sacrificando il riposo e il relax?
Beh, non è del tutto vero: nei master, il “massimo” è una condizione molto relativa, poiché anzitutto va ricercata la condizione di benessere psicofisico. Il carico di lavoro proposto è sempre differente in base all’età e al vissuto natatorio, semmai, tra una battuta e una barzelletta, si richiede il massimo della concentrazione sulla tecnica con la quale affrontare l’esercizio proposto, e devo dire che è notevole l’impegno dei nostri ragazzi.
Anche il numero delle sedute è quanto mai vario. La nostra struttura offre un pacchetto sicuramente vantaggioso, che prevede, appunto, le quattro sedute alla settimana ma, gli impegni lavorativi e personali dei master causano spesso delle defezioni. Ciò, comunque, non è importante. E’ evidente che chi è più costante può anche pensare, a giusta ragione, ad una prestazione personale, però, l’obiettivo principale del movimento master è il gruppo. La socializzazione, in un contesto così bello, fatto di sportività e di stima, rispetto e amicizia, quella vera, non quella con cui – mi si permetta – “ci si riempie la bocca” su facebook o su altri network. Questo è fondamentale in una società ormai protesa verso la frenesìa e verso una tanto moderna quanto primitiva parola d’ordine “mors tua, vita mea”. Ecco, credo che sia soprattutto questo il primo impulso che spinge l’individuo a inserirsi nel contesto master. Poi, ci sono altre motivazioni, che possono anche venire prima, come per esempio la voglia di nuotare o riprendere a nuotare, o durante, dovute per esempio alla figura più o meno carismatica dei tecnici o all’ambiente accogliente, o dopo come l’instaurarsi di una sana e vera amicizia con gli altri master, la possibilità di condividerne gli intenti con la propria famiglia a iniziare dalla semplice pizza assieme. Il tutto, naturalmente, viene fuso nella condizione di carattere agonistico che ha una valenza importante, poiché è uno stress buono, utile alla psiche, ma di questo, potremmo parlarne anche in seguito, e più nel dettaglio magari in un’altra intervista.
Parlando del movimento del nuoto master in generale, abbiamo assistito quest’anno al record di iscrizioni ai campionati regionali, con quasi mille iscritti per la regione Puglia, quasi un incremento del 20% rispetto alla passata edizione. Il nuoto, anche nell’età adulta, si sta affermando sempre di più come lo sport alternativo al calcio. Cos’è che manca ancora al nuoto rispetto a quest’ultimo?
La cultura di un popolo! Dal punto di vista sportivo, l’Italia è un popolo ignorante, basta vedere il numero di trasmissioni nazionali e regionali che parlano di solo calcio. Il calcio, poi, quello che viene appunto “trasfuso” ai ragazzi grazie ai vari mass media è, dal mio punto di vista, l’antisport, quasi allo stesso livello dei giochi che si svolgevano nell’antica Roma. Poichè, purtroppo, viene trasmesso in televisione solo ciò che procura audience, il nuoto e gli altri sport minori non avranno sufficiente visibilità, finchè ci sarà questa cultura.
Un ultima domanda. Ci risulta che alcuni dei ragazzi della GP Modugno sono stati, durante l’adolescenza, atleti di caratura nazionale, e che, dopo aver lasciato l’attività agonistica per qualche anno,
sono tornati ad allernarsi con lei con la stessa determinazione di quando erano più giovani. E’ proprio vero allora che la “cura Cagnetta” fa ringiovanire?
Questo non lo so, ai posteri, l’ardua sentenza. So, però, che la mia attività e la mia filosofia di vita sono basati sul rispetto, quello della persona, anzitutto. Poi, che l’atleta sia un fanciullo o un “non più giovanissimo”, non importa. La proposta progressiva del carico psicofisico viene adeguata sempre in base al momento, alle necessità, alle possibilità reali dell’atleta. Grazie a ciò, i miei atleti sono sempre cresciuti sani e con una mentalità – mi si permetta – veramente sportiva, indipendentemente dal traguardo raggiunto, se di livello nazionale, regionale o poco più che provinciale.