A difesa della Costituzione e dei beni storici di Modugno

Fummo assai critici riguardo al modo in cui quel caso fu risolto, perché, dicemmo, appannava pericolosamente un altro riferimento fermo per la Costituzione: l’autodeterminazione dell’individuo. L’ultima assemblea da noi organizzata ha avuto per tema il nesso tra le amministrazioni locali e la legalità costituzionale. Abbiamo avuto, nell’occasione, un testimone sensibile, Antonio Morelli, il presidente del Comitato delle famiglie che persero i loro bambini per il crollo della scuola elementare di San Giuliano di Puglia. Mettemmo in guardia pubblicamente sugli effetti devastanti a cui può portare il mancato rispetto delle norme costituzionali elementari da parte di una amministrazione comunale.

Nel frattempo, abbiamo convocato altri incontri pubblici sul legame strappato tra la nostra Carta e i modi di amministrare il nostro Comune: dalla costituzionalmente immotivata arbitrarietà con la quale è stato nominato il city manager della nostra comunità, al mancato rispetto della norma che obbliga gli amministratori a tutelare i nostri beni storici e paesaggistici. Proprio durante una di queste nostre riunioni cittadine, abbiamo dato vita al Comitato per la Tutela e la Valorizzazione del Centro Storico di Modugno, che si occupa di denunciare i disagi legati allo sfacelo in cui versa, con ogni evidenza, il nostro Centro Storico. Aggiungo che tutte queste iniziative e altre a queste legate le abbiamo fermate sulla carta; le abbiamo, cioè, documentate nel primo numero della nuova serie della nostra rivista “Sudcritica”, intitolandolo “Caso Modugno, le immagini e le voci di una comunità senza governo. Cronaca di una rivoluzione mite”.

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