Una economia agricola ha bisogno di tempi lunghi per trasformarsi in una economia industriale ed economica. La forza economica di una nazione oggi si misura dalla quantità dei beni “consumati”, che devono essere distribuiti e per distribuire i prodotti servono strade, ferrovie, impianti elettrici, navi, città, “infrastrutture”. Le infrastrutture occupano spazio, lo sapevano bene i romani quando per la circolazione non solo delle legioni ma anche delle merci costruivano strade e conquistavano territori e mercati sottraendoli al controllo di fenici e cartaginesi.
Oggi non sono più ammesse guerre di conquista per i territori (solo perché si sono resi conto che ci sono modi più economici per farlo), si usa farlo con i capitali. Le nuove strade consolari sono in INTERNET, le moderne legioni sono costituite da FILE e i territori sono ormai tutti inseriti nel MERCATO GLOBALE. Ma la controffensiva è già partita. I popoli della terra proprio usando i mezzi messi a disposizione dal “progresso” tecnologico hanno dato inizio alla riconquista della libertà, riscoprendo le loro identità nazionali, le loro tradizioni culturali, la loro patria, i loro valori ed iniziano a confrontarsi sul terreno della valorizzazione dell’uomo, sulla solidarietà, sullo scambio di culture e sulla conoscenza reciproca.