Condottiero di uomini di scena, attori per vocazione, girovaghi per necessità. Altri tempi, altre capacità. Come capo comico ha dovuto riassegnare i ruoli, certo, ma gli interpreti sono sempre stati gli stessi. In tutti questi anni è rimasto a dondolare, sospeso alla corda del consenso consigliare, ogni tanto si lasciava sfuggire i “compagni” di spettacolo che si lanciavano verso di lui, volteggiando per aria e fiduciosi di una “mano d’aiuto”, con progetti strampalati e mal eseguiti; ora ha promesso che da consigliere provinciale darà il meglio di sé per volteggiare leggero, per andare ancora più in alto. Innumerevoli volte i suoi sodali gli hanno imposto il cambiamento del suo vice; lui acconsentiva, sapendo che non potendo fare il vice-capo avrebbero fatto solo il vice comico.
Da Capocomico a guitto, mentre il pubblico sopporta, paziente in attesa della fine della “commedia modugnese” e della calata del sipario. Che pena per Modugno. Ma i modugnesi devono sollevare la testa, rialzare lo sguardo e gridare a questa giunta, a questa sinistra amministrazione di andare via in fretta, solo così Modugno potrà tornare a vivere e lavorare.