La città di Modugno, da troppi anni è costretta a chinare la testa, ad abbassare gli occhi, umiliata da amministratori che hanno a cuore solo la loro poltrona. Amministratori che pur di rimanere attaccati alla loro sedia hanno perso la faccia, hanno mancato alla parola data, hanno smentito la sera quello che hanno detto la mattina.
Il sindaco Rana in questi dieci anni, rifacendo e rimescolando innumerevoli volte maggioranze e assessorati è riuscito solo a portare sul palcoscenico di palazzo Santa Croce uno spettacolo buffo. In tutti questi anni abbiamo assistito, nell’aula consigliare, alla rappresentazione della “commedia modugnese” in cartellone ormai dal lontano 2001. Commedia messa in scena da un regista che dopo aver letto la trama, preso da altri pensieri e impegni, ha smarrito il copione in cui erano elencati i ruoli, le battute, i “colpi di scena” e ha dovuto improvvisare assegnando i ruoli ad attori che pur consapevoli della pochezza del canovaccio, hanno scelto di interpretare il proprio ruolo, improvvisando, comportandosi da guitti, da comprimari a cui il perfido commediografo non ha concesso nemmeno una battuta. In tale situazione il regista, alle prime armi, si è assunto la responsabilità di mandare avanti lo spettacolo, la commedia modugnese.
Compito del regista è la scelta degli attori; ma purtroppo erano già stati scelti da altri, – l’assegnazione dei ruoli avviene dopo la valutazione delle capacità dei singoli attori a ricoprire i ruoli che la commedia esige – ma questo, il regista, non è in grado di farlo ed ha assegnato i ruoli principali agli attori a lui più simpatici, non tenendo conto di chi qualche rappresentazione, con altre compagnie in altri tempi, l’aveva già fatta. Certo non va dimenticato che nessuno della compagnia pensava di andare subito in scena, erano tutti sicuri che gli interpreti sarebbero stati altri e anche il regista sarebbe stato diverso.
Ma le liti fra primi attori nell’altra compagine avevano convinto il pubblico a seguire lo spettacolo promesso dalla “Compagnia Olivetana”. Fin dalle prime battute però il regista si è reso conto di non poter controllare i comprimari, tutti cercavano di assumere il ruolo principale, nessuno era contento, contestavano proponendosi come prim’attori della commedia, interrompendo le rappresentazioni e non andando in scena. L’esperienza maturata dal regista gli suggeriva di sostituire gli interpreti principali con attori fino ad allora relegati al ruolo di comprimari.
Risentimento degli amici degli attori sostituiti, rimedio peggiore del male, accontentato uno vanno via in tre. Il regista con enorme pazienza tenta ancora di tenere insieme la compagnia assumendosi tutte le responsabilità e annunciando le dimissioni dal suo ruolo. La sua attuale posizione richiama alla memoria la figura eroica del capocomico nella commedia dell’arte, personaggio autorevole che nel teatro d’altri tempi aveva la responsabilità degli attori, procurava loro vitto e alloggio oltre agli ingaggi per le rappresentazioni; repliche di tragedie greche, commedie, spettacoli di intrattenimento che solo lui decideva di mettere in scena, dove e quando voleva, affidandosi al proprio istinto per accontentare il pubblico a cui dopo chiedeva l’obolo per sé e gli altri commedianti. Tale era il ruolo del Capocomico.