Ma quello che manca è ancora una volta la volontà (politica) di fare. Assessori che troppo spesso cambiano poltrone. Carenza di un programma delle attività culturali e degli investimenti nel settore. “La cultura si può fare anche in strada se lo si vuole” continua Nuzzi, storico redattore anche della rivista culturale “Nuovi Orientamenti”, con la passione per la fotografia e la cinematografia. Una città, la nostra, che non ha mai avuto una libreria. Sintomo evidente della poca attitudine dei modugnesi alla lettura e alla riflessione.
Modugno, una città che 30 anni fa contava quattro cinema, che fino a pochi anni fa accoglieva compagnie teatrali e scuole di recitazione, che ha vissuto estati intere di spettacoli musicali e di danza, oggi vive solo di ricordi. Scriveva nel 1970 monsignor Ruppi nel presentare la seconda edizione del volume “Modugno, Memorie Storiche” : “forse, fra qualche decennio, Modugno, col pesante cammino dell’industria, potrà perdere la sua antica autonomia e la sua genuinità provinciale, ma non perderà mai la sua storia, né mai alienerà dalle proprie spalle quanto di buono hanno costruito, in lento, faticoso cammino, i figli dei secoli passati”. E’ bene che qualcuno rilegga attentamente queste parole scritte più di 40 anni fa e ne interiorizzi il contenuto.