Su Bari città “lo scenario criminale continua a far registrare la fluidità dei rapporti interni al gruppo Strisciuglio, riferibili, in modo particolare, alle lotte per la spartizione del territorio del quartiere Libertà”. “L’area geocriminale – scrive la Dia – che presenta maggiori criticità è quella dei comuni di Valenzano e Adelfia, interessati dal riacutizzarsi della conflittualità tra i clan Di Cosola e Stramaglia dopo la morte del boss “Chelangelo”, legato al clan di Japigia capeggiato da Savinuccio Parisi”. Anche a Capurso, Cellamare, Mola di Bari, Casamassima e Acquaiviva delle Fonti, è attivo il gruppo Parisi, attraverso “l’azione di proiezioni rappresentate dalle organizzazioni degli Stramaglia e dei Palermiti”. Su Triggiano, Bitritto e Sannicandro di Bari agisce il clan Di Cosola. Gli Strisciuglio controllano le attività illecite a Noicattaro e Rutigliano.
Bitonto fa storia a sè: il gruppo Conte-Cassano, seppur decimato, manterrebbe una certa autonomia nel settore dello spaccio di sostanze stupefacenti. A Giovinazzo e Molfetta “dominano” gli Strisciuglio. A Gioia del Colle operano gruppi collegati agli Stramaglia (attivi anche a Santeramo in Colle e Cassano delle Murge) e ai Palermiti. E non poteva mancare, nell’analisi dei fenomeni criminali, un riferimento alla crisi economica e ai suoi effetti.
Per la Dia “il disagio finanziario di una parte della popolazione dovuto alla contrazione dell’occupazione, ha ampliato il ventaglio delle opportunità e delle modalità di infiltrazione della criminalità nell’economia”, per esempio alcuni “piccoli commercianti dedicatisi allo spaccio di stupefacenti per far fronte alle difficoltà economiche” o “soggetti incaricati di individuare persone in difficoltà da segnalare agli usurai”.
E’ per questo che l’antimafia parla di “creatività criminale dei sodalizi pugliesi”. E infine la “compromissione a livello sistematico – scrivono gli investigatori – degli ambienti economico-finanziari ed istituzionali con le mafie, che non possono riciclare e reimpiegare le ricchezze accumulate illecitamente, senza l’azione partecipe di professionisti, direttori di banca, avvocati, notai e amministratori pubblici”. Un’ampia sezione viene poi dedicata alle ecomafie “ad imitazione – è scritto – del modello criminale della vicina camorra” e “all’enorme serbatoio microcriminale (costituito dai minori) da cui la criminalità organizzata pugliese può attingere”.