Spesse volte il mondo degli zingari è considerato distorto e di cui spesso sono vittime. “I loro lavori esprimono un sentimento di rivincita, sono una forma di terapia”. E’ quello che Timea Junghaus, curatrice della prima mostra dedicata all’arte contemporanea rom alla 52esima biennale di Venezia (nel 2007), ha detto a proposito dei quadri degli artisti rom.
Soprattutto nel periodo romantico c’e stata una grande valorizzazione della cultura e della musica degli zingari, ma ai rom non è mai stato riconosciuto questo merito. Da sempre svincolati dai parametri di vita dei gagé (come loro chiamano i non zingari), vivono l’arte come espressione profonda della propria esistenza. Riflette per questo lo stato d’animo di un popolo che ha fatto della precarietà l’emblema del proprio virtuosismo artistico. Un popolo, quello zingaro, caratterizzato dal suo destino, dal suo fatalismo atroce, da quel suo girovagare, da quel ricominciare sempre daccapo.
Anche i rom bosniaci che vivono a Modugno conservano nel proprio bagaglio culturale un’arte antica. I capifamiglia della nostra comunità rom discendono infatti da “maestri” della lavorazione di alcuni metalli (ferro e rame per fare solo alcuni esempi) utilizzati per costruire vari utensili da cucina e oggetti artistici come piccole sculture e quadri. Alcuni di loro hanno ereditato questa abilità – “arte” e sanno farlo molto bene. “Sanno chi sono, la loro identità è ben manifesta a sé e agli altri e punto di forza è l’autostima di gruppo, la capacità di adattamento all’ambiente circostante – ribadisce la docente Maria Liberio – e paradossalmente poiché stanziali sono meno tollerati”.
I nostri rom bosniaci sono giunti in Italia in seguito all’emigrazione degli anni 90’ come risposta (con la fuga) alla pulizia etnica degli estremisti serbi e croati. Le famiglie rom che vivono a Modugno e che sono ormai stanziali, posso essere definite “nomadi sedentarizzati”. I rapporti fra i rom e la società circostante sono sempre stati difficili con punte di conflittualità a volte esasperate. È certo che all’assimilazione forzata i rom hanno risposto con l’autoemarginazione e la clandestinità. Nonostante sei secoli di convivenza cosa conosciamo realmente della cultura rom? Sicuramente poco, per non dir nulla. Il mondo rom è filtrato solo attraverso gli stereotipi negativi con distorsioni dannosissime, di cui i rom spessissimo restano vittime.