La Guardia di Finanza sequestra i fascicoli dei contributi sociali. Sotto accusa la procedura per l’assegnazione dei fondi per la prima dote e l’assegno di cura per le fasce deboli.
La magistratura apre un’inchiesta sugli atti dei servizi sociali. La spinosa e logorante questione dell’assegno di cura e prima dote sembra finalmente giungere ad un epilogo almeno per quanto concerne il campo teorico, perché nell’aspetto prettamente pratico potrebbero esserci dei risvolti poco edificanti conducenti a sanzioni anche di natura penale per truffa o tentata truffa, nei confronti di coloro che hanno dichiarato il falso pur di accaparrarsi quel mezzo di sostentamento a discapito di chi versava e versa tutt’ora in condizioni di tutt’altro agio e per cui quella fonte di introito era ed è di vitale importanza.
Comunque senza addentrarci in merito e pronunciare divini giudizi sarà la guardia di finanza e la magistratura a fare il suo corso e vigilare con la massima trasparenza sulla veridicità delle istanze presentate. E’ questa la sostanza del pensiero di Ernesto Chiarantoni dirigente dell’ufficio di piano a seguito dell’ondata di protesta scaturita dal malcontento generato l’indomani l’approvazione dell’elenco dei beneficiari dei contributi previsti dalle azioni regionali “Prima dote” e “Assegno di cura” deliberato in data 2 febbraio 2010 dal Coordinamento Istituzionale dell’Ambito sociale n.10 composto dai comuni di Modugno, Bitetto e Bitritto.
Ma andiamo a ritroso. La data del 16 aprile 2007 sancì il termine ultimo per la presentazione delle domande di partecipazione ai due distinti avvisi pubblici emanati dall’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Modugno. Successivamente alla redazione della graduatorie provvisorie stilate dalla Società Archita Srl (società esterna affidataria del servizio di istruttoria) furono presentati alcuni ricorsi che indussero l’allora responsabile dell’ufficio di piano dottor Vincenzo Zanzarella, nominato dallo stesso Coordinamento Istituzionale responsabile del procedimento, alla revisione generale della graduatoria valutando i ricorsi pervenuti e i precedenti punteggi attribuiti.
Ernesto Chiarantoni subentrato in seguito a tale vicenda non fece altro che prendere atto della graduatoria dichiarando esplicitamente di non aver alcun potere di manomettere i risultati di un responso ufficiale pur conoscendo personalmente casi di persone che sicuramente sarebbero dovute risultare tra i beneficiari dell’assegno in questione (è il caso della signora Posa avente a carico un figlio con la massima percentuale di invalidità tanto per citare un caso), ma purtroppo alcuni errori nella compilazione della domanda o la mancata documentazione non più integrabile o modificabile scaduti i termini del bando, hanno portato il soggetto lontano dal punteggio che avrebbe potuto portare a beneficiare del sostentamento economico o addirittura visto escluso dagli aventi diritto.