La prima emergenza da risolvere è quella igienico – sanitaria. Zingari invisibili e soli, senza cultura alla ricerca d’identità. I bambini incontrano notevole difficoltà nel linguaggio e con l’istruzione scolastica. Molti non sanno scrivere. Cinque o sei i nuclei familiari che vivono a Modugno ormai da otto anni.
Anni di duro lavoro e reciproca conoscenza-diffidenza per tentare di avvicinare la loro cultura alla nostra. Mariella Liberio, vicepreside della scuola primaria Terzo Circolo di Modugno, la “Don Lorenzo Milani”, è stata fino all’anno scorso funzione strumentale per l’intercultura e continua ad occuparsi delle problematiche legate all’inserimento delle comunità rom.
“Finchè sono invisibili – spiega Liberio – non hanno bisogno di adattarsi”. Ma a Modugno qualcuno si è accorto di loro. Quattro anni fa Mariella Liberio ha preso contatti con l’Opera Nomadi di Roma, con il cui contributo di esperienza si è potuto partecipare al bando regionale per “Avviamento e formazione lavoro” degli stranieri. Il progetto, approvato e finanziato, consentirà prima un censimento dei rom, poi il tentativo di dare loro un lavoro. Per esempio quello che chiedono da tempo: un mercatino dell’usato. La professoressa Liberio ci ha fornito inizialmente qualche dettaglio tecnico sulla presenza dei rom sul territorio comunale, soprattutto per quanto riguarda l’inserimento scolastico dei bambini.
A Modugno ce ne sono 13, di età compresa tra i 6 e gli 11 anni. Dieci frequentano la Don Milani, 2 l’Aldo Moro e 1 la De Amicis. Altri 11 frequentano la scuola media Francesco D’Assisi, nota da anni per i progetti di interculturali.La prima e più importante emergenza da risolvere è quella igienico – sanitaria. Lo scorso anno il Comune ha stanziato 5mila euro destinati a lavori di ristrutturazione degli spogliatoi della Francesco D’Assisi, dove per due mesi, 2 volte la settimana, i volontari dell’associazione “Vox Amica” di cui è presidente Tonia Colaianni, di comune accordo coi genitori, lavavano i bambini. Il progetto non ha avuto vita lunga, ma da quando il campo rom in via dei Gelsomini nella zona industriale non c’è più, dopo un periodo transitorio in cui le famiglie rom sono state sistemate in un edificio semi diroccato, il Comune di Modugno, col contributo del Comune di Bari e dell’Asi, ha fornito un nuovo campo in via delle Rose: non più fango ma brecciolina, bagni chimici, e soprattutto, a partire dal mese di febbraio scorso, cisterne con acqua.